IL GIORNO DEL DIAVOLO

27.05.2020

                                             

AUTORE: Andrew Michael Hurley

TITOLO ORIGINALE: The Devil's Day

NUMERO PAGINE: 345

PRIMA PUBBLICAZIONE: 2017

PUBBLICAZIONE ITALIANA: 2019

EDIZIONE LETTA: Romanzo Bompiani. 2019

PREZZO: 18,00 €

GENERE: Horror

"Giunto nella valle, cominciò a sfrecciare da una fattoria all'altra, troppo astuto per farsi scoprire, visibile solo in ciò che contagiava. Era il verme nell'occhio del cane sano, il cancro che guastava i genitali del montone, il sangue nel latte del neonato."

(pagina 9)

TRAMA:

John Pentecost torna al suo villaggio natale delle Endland in compagnia della moglie Kat a causa della morte del nonno, soprannominato il Vecchio. Arrivati lì riprendono i contatti con gli abitanti del luogo, che ormai è in fase di declino. John vuole rimanere, ma Kat, figlia della società bene, non ha la benché minima intenzione di diventare allevatrice. Nel frattempo, strani eventi sembrano manifestare la presenza del Diavolo, che già cento anni prima aveva messo in ginocchio gli abitanti della valle.

CONSIDERAZIONI:

Scrivere qualcosa riguardo questo libro è molto difficile, perché manca talmente tanto di trama e di profondità che trovare un appiglio è quasi impossibile. Cominciamo con l'unico punto a favore: la capacità descrittiva dell'autore per il paesaggio. Siamo perfettamente calati in questa ambientazione gotica dalle tinte a volte molto scure, a volte più fiabesche; tuttavia, mi viene da dire che sia il minimo visto che più di duecento pagine sono dedicate unicamente al paesaggio. Questo ci porta al primo problema: in quale modo questo libro potrebbe mai essere classificabile come horror? Per quanto l'atmosfera sia fondamentale, non è possibile scrivere un libro che si vuole far appartenere al genere orrifico disquisendo unicamente su questo tema.

Il romanzo è diviso in cinque story-line che riassumerò in punti per comodità:

  • La vita del protagonista nel presente in cui sta narrando
  • Il flash back in cui si svolge la maggior parte della vicenda
  • I flash back dei parenti e amici di cui narra nel flash back principale
  • La storia del posto
  • La storia del Diavolo nel luogo

I piani di narrazione subiscono cambi repentini senza stacco, anche all'interno dello stesso paragrafo e questo rende quel poco di trama estremamente confusa, tanto da dover rileggere alcuni pezzi. Il problema vero e proprio è, però, che a chi legge non importa nulla di nessuno dei cinque piani, perché non si riesce ad essere empatici con nessuno e soprattutto la maggior parte delle cose che dice non ha alcun peso ai fini dello sviluppo della trama.

I personaggi sono dimenticabilissimi, privi di qual si voglia spessore oltre al fatto che le azioni che compiono sembrano più dovute al caso e all'accettazione degli eventi che all'esercizio di una volontà senziente. I dialoghi e il lessico utilizzato non meritano nemmeno di essere commentati.

E il Diavolo? Le possessioni? La sua manifestazione? Il grande Maligno che dovrebbe essere il punto cardine di tutto il libro è quasi inesistente: non spaventa, non inqueta, non fa pensare... Anche qui il nulla. Se al posto di chiamarlo Diavolo, lo avesse chiamato zia Peppina sarebbe stata esattamente la stessa cosa, anzi probabilmente ne avrebbe guadagnato in simpatia. A proposito di questo, il romanzo ci regala delle perle comiche non da poco; peccato che siano del tutto involontarie. Tralascerei gli errori e le contraddizioni, altrimenti non finiamo più.

A CHI LO CONSIGLIO:

Se ti piacciono i libri con interminabili descrizioni dei paesaggi fini a se stessi con un minimo di folklore, questo è il libro che fa per te.

A CHI LO SCONSIGLIO:

Immagino che non sia necessario dirlo...

VOTO: 1 (premio le risate che mi ha fatto fare)


Fammi sapere cosa ne pensi tu, io nel frattempo ti saluto e ti aspetto a una prossima recensione.

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